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Il web 3.0 è una nuova versione del web basata su principi come la decentralizzazione, la componibilità, l’accessibilità, la privacy e la possibilità di gestire i dati e gli asset digitali. Si tratta di una visione che si distingue dal web 2.0, il modello attuale dominato da poche piattaforme centralizzate che controllano le informazioni e le interazioni degli utenti.

Il web 3.0 si propone di restituire il potere agli utenti, permettendo loro di scegliere come e con chi condividere i propri dati, di partecipare attivamente alla creazione e alla governance dei servizi online, e di beneficiare economicamente delle proprie attività in rete. Inoltre, il web 3.0 mira a rendere il web più aperto, interoperabile e scalabile, sfruttando le potenzialità delle tecnologie emergenti come la blockchain, l’intelligenza artificiale, il web semantico e il calcolo distribuito.

La storia del web 3.0

Il termine web 3.0 è stato usato per la prima volta nel 2006 da Jeffrey Zeldman, un esperto di web design, per criticare il web 2.0 e le sue tecnologie associate, come l’AJAX. Tuttavia, la moderna concezione di web 3.0 nasce nel 2014, quando Gavin Wood, fondatore di Polkadot e co-fondatore di Ethereum, pubblica due post sul blog Insights into a Modern World, teorizzando la creazione di un web decentralizzato.

In questi post, Wood si scaglia contro la necessità di affidare le informazioni personali alle organizzazioni centralizzate che tipicamente gestiscono i servizi online, specificando come, un qualsiasi ente centrale, sia inevitabilmente motivato a raccogliere e utilizzare il maggior numero possibile di dati sugli utenti che navigano in rete. Wood propone quindi di usare la blockchain, una tecnologia che permette di creare e gestire registri distribuiti e immutabili di transazioni, per realizzare un web dove gli utenti possano interagire direttamente tra loro, senza intermediari, e mantenere il controllo dei propri dati e dei propri asset digitali.

Da allora, il concetto di web 3.0 si è arricchito di altre sfumature e significati, grazie al contributo di vari esperti, sviluppatori e innovatori che hanno proposto e realizzato diverse soluzioni e applicazioni basate sul paradigma della decentralizzazione. Tra queste, si possono citare le seguenti:

  • Il web semantico, una visione promossa da Tim Berners-Lee, l’inventore del web, che consiste nell’aggiungere dei metadati alle informazioni online, in modo da renderle più comprensibili e accessibili sia agli esseri umani che alle macchine. Il web semantico si basa su standard come il Resource Description Framework (RDF), il Web Ontology Language (OWL) e lo SPARQL, che permettono di creare e interrogare dei grafi di conoscenza che rappresentano le relazioni tra le entità e i concetti presenti sul web.
  • Il web componibile, una caratteristica che permette di creare e integrare facilmente diverse applicazioni e servizi online, sfruttando le interfacce e le API esposte dai vari provider. Il web componibile si basa su protocolli come il Web Services Description Language (WSDL), il Simple Object Access Protocol (SOAP) e il Representational State Transfer (REST), che permettono di definire e scambiare dei messaggi strutturati tra le varie componenti del web.
  • Il web scalabile, una proprietà che permette di aumentare le prestazioni e la capacità del web, sfruttando le risorse di calcolo e di archiviazione distribuite tra i vari nodi della rete. Il web scalabile si basa su tecnologie come il peer-to-peer, il cloud computing e il fog computing, che permettono di creare e gestire dei sistemi distribuiti e resilienti, in grado di adattarsi alle varie esigenze e situazioni.

Le differenze tra il web 2.0 e il web 3.0

Il web 2.0 e il web 3.0 si differenziano principalmente per il modo in cui gestiscono i dati e le interazioni degli utenti. Nel web 2.0, i dati sono raccolti e conservati da poche piattaforme centralizzate, che ne detengono il monopolio e ne sfruttano il valore economico, spesso a scapito della privacy e della sicurezza degli utenti. Le interazioni sono limitate e vincolate dalle regole imposte dalle stesse piattaforme, che possono censurare, manipolare o escludere gli utenti a loro discrezione.

Nel web 3.0, i dati sono distribuiti e protetti da meccanismi crittografici, che ne garantiscono l’integrità e la provenienza, e sono accessibili solo agli utenti autorizzati, che ne mantengono il controllo e ne decidono l’uso. Le interazioni sono libere e dirette, senza intermediari, e sono basate su principi di trasparenza, partecipazione e incentivazione, che favoriscono la collaborazione e la creazione di valore condiviso.

Le opportunità del web 3.0

Il web 3.0 offre diverse opportunità per gli utenti, i creatori e gli imprenditori che vogliono sfruttare le potenzialità del web decentralizzato. Tra queste, si possono citare le seguenti:

  • La possibilità di gestire i propri dati e i propri asset digitali, come le identità, le reputazioni, le preferenze, le informazioni personali, i contenuti, i token, le criptovalute, ecc., in modo sicuro, autonomo e sovrano, senza doversi affidare a terze parti che potrebbero abusarne o perderli.
  • La possibilità di partecipare attivamente alla creazione e alla governance dei servizi online, tramite meccanismi di voto, delega, proposta, revisione, ecc., che permettono di esprimere le proprie opinioni, preferenze e interessi, e di influenzare le decisioni collettive.
  • La possibilità di beneficiare economicamente delle proprie attività in rete, tramite modelli di business innovativi, come le economie di rete, le economie di attenzione, le economie di token, le economie di donazione, ecc., che permettono di monetizzare i propri contributi, le proprie competenze, le proprie passioni, ecc., e di ricevere ricompense proporzionali al valore generato.
  • La possibilità di accedere a una varietà di servizi e applicazioni online, che offrono funzionalità e esperienze diverse, personalizzabili e componibili, in base alle proprie esigenze e preferenze, e che sono interoperabili e scalabili, grazie all’uso di standard e protocolli comuni.

Le sfide del web 3.0

Il web 3.0 presenta anche delle sfide e delle difficoltà che devono essere affrontate e risolte per poter realizzare appieno la sua visione. Tra queste, si possono citare le seguenti:

  • La complessità tecnica e concettuale, che rende difficile per gli utenti capire e usare le tecnologie e le applicazioni del web 3.0, che richiedono spesso competenze e strumenti specifici, come le chiavi crittografiche, i wallet, i token, le blockchain, ecc.
  • La resistenza al cambiamento e alla disintermediazione, che rende difficile per gli utenti abbandonare le piattaforme e i servizi del web 2.0, a cui sono abituati e dipendenti, e che offrono vantaggi e comodità, come la facilità d’uso, la popolarità, la convenienza, ecc.
  • La regolamentazione e la legalità, che rende difficile per gli utenti e i creatori operare e innovare nel web 3.0, che spesso si scontra con le norme e le leggi esistenti, che sono pensate per il web 2.0, e che possono limitare o impedire le attività e le opportunità del web decentralizzato.

La conclusione

Il web 3.0 è una nuova versione del web che si basa sulla decentralizzazione, la componibilità, l’accessibilità, la privacy e la possibilità di gestire i dati e gli asset digitali. Si tratta di una visione che offre diverse opportunità per gli utenti, i creatori e gli imprenditori che vogliono sfruttare le potenzialità del web decentralizzato, ma che presenta anche delle sfide e delle difficoltà che devono essere affrontate e risolte. Il web 3.0 è il futuro del web, ma richiede un cambiamento di mentalità e di comportamento da parte di tutti gli attori coinvolti, che devono adattarsi e innovare per poter realizzare appieno la sua promessa.